Il pellet è un combustibile derivato dagli scarti del legno di faggio, abete, rovere, frassino ed ontano, ed ha la caratteristica di essere ecologico e quindi di salvaguardare l’ambiente e di risparmiare dal punto di vista energetico.
Per arrivare alla sua utilizzazione come combustibile per riscaldamento il pellet deve attraversare una serie di fasi di lavorazione. Innanzi tutto, gli scarti del legno vengono sminuzzati e ridotti in polvere, fase di polverizzazione, la segatura quindi viene pressata e acquista la forma di cilindretti, fase di cubettatura, i cubetti vengono raffreddati, fase di raffreddamento, poi confezionati.
Il pellet che si trova in commercio può essere di qualità differenti; quello con una minima umidità residua è di qualità maggiore avendo un potere calorifero più elevato ed emissioni ridotte. Generalmente si suole distinguere il pellet in base ad una serie di parametri che ne attribuiscono una maggiore o minore qualità.
- l’umidità residua che non deve essere superiore al 9% in modo da evitare sprechi in fase di combustione;
- il potere calorifero;
- la presenza di corteccia; meno corteccia è presente nel pellet è migliore sarà la qualità dello stesso;
- il residuo delle ceneri; occorre che il residuo sia inferiore all’1% al fine di evitare che si formino incrostazioni nella stufa a pellet.
Per tali motivi bisogna leggere attentamente le indicazioni riportate sull’etichetta del sacco di pellet, accertandosi che il pellet sia stato prodotto secondo le normative internazioni. Da non dimenticare che il pellet di qualità, superiore prodotto in Italia, è quello che deriva da segatura di abete o faggio.